La riunione è andata malissimo. Sono arrivata tardi per la pianificazione e una volta finita sono stata chiamata dal mio capo per rimproverarmi.
-cosa ti succede, non stai bene?. Hai fatto una figuraccia, eri assente, da un'altra parte.-
Stavo troppo bene invece, ma è vero, ero stata l'intera riunione completamente scollegata dal lavoro. Sentivo ancora quelli patch come se fossero ancora dentro di me, e poi pensavo all'incontro con Diego
-si, è vero-risposi io
-problemi a casa?-chiede lui
-si, ho qualche problema a casa-
-qualcosa di grave?, spero non con i tuoi figli..-
-no, con loro è tutto perfetto-
-ahh, ho capito-rispose lui-ti serve qualche giorno?, vuoi ferie? non lo so, dimmi...senti tu sei un valore molto importante di questa ditta ma io ti voglio concentrata e con energia, se non riesci preferisco o darti delle ferie finchè stai bene o...-
-hai ragione, scusami-risposi io-sono un pò stanca, magari una settimana di ferie non sarebbe male-
-ok, ma mi devi promettere che torni nuova e con tutta l'energia come solo tu sai fare...vai, avanti, via via..., ci vediamo tra una settimana. Parlo io con personale, ti do 5 minuti per sparire, ciao-disse lui sorridendo
-meno male-pensai io e andai in ufficio a prendere le mie cose e scappare da Diego.
Esco dall'ufficio, chiamo Diego per avvertirlo ma non risponde.
Vado da lui già molto calda, suono e niente...lui non da segni di vita. Lo richiamo ancora e non risponde e allora decido di mandarli un sms-
-Sono arrivata. Scendi ad aprire?-
Aspetto altri 15 minuti. La gente mi guarda mentre esce o entra dal palazzo ed io sempre lì.
Per un paio di minuti ho pensato che era un ruolo triste il mio, venivo a farmi scoppare da uno e lo aspettavo e lui non si faceva vivo. Mi sentivo una povera donna, ma allo stesso tempo mi chiedevo cosa era successo da stamattina ad ora che lui non c'era più.
Rileggevo i suoi sms per capire se magari mi ero sbagliata, ma era tutto giusto.
A un certo punto arriva un suo sms.
-scusami, saltato tutto, scusami tanto, poi ti spiego, bacio ciao-
Subito mi viene il ricordo di Laura -gli uomini sono coglioni...gli dobbiamo usare e poi se non è lui sarà un altro..- ancora una volta lei aveva ragione.
Mi sono guardata a me stessa. Ero davanti al cancello di un palazzo, caldissima, scoppiavo dalla voglia di sesso, con una borsa piena di biancheria sexy e sandali che avrei dovuto già tenere addosso, con la vagina ed il sedere ancora sensibili per la doppia penetrazione artificiale. Ero triste vedendomi così, ma allo stesso tempo la mia eccitazione era ancora tanta che sentivo voglia di tornare a casa a continuare con i patch, ma a casa c'era la baby sitter con i bimbi. Sentivo il desiderio di prendere per esempio un camionista enorme e buttarmeli addosso e farmi sbattere da lui!. Avevo completamente bisogno di un uomo. Di farmi sbattere, di un bel cazzo dentro che mi penetrassi fino in fondo. Semplicemente scoppiavo, ero caldissima.
Esco dal palazzo e camino per un centinaio di metri. Pensavo che in quel momento avrei dovuto già essere nelle mani di Diego, sbattendomi, dandomi piacere e invece nulla, ero in mezzo alla strada, da sola, in piena crisi di astinenza.
Riesco a vedere un taxi all'angolo della strada e salgo subito
-mi porta ad un albergo per favore?-
-quale?-mi chiede lui
-non lo so-mi viene subito alla mente Marco-vicino al parco-
-ok, non conosco nessuno, arriviamo alla zona e vediamo-
passiamo davanti al bar e lui non cera, almeno non lo vedevo dalla macchina
-ecco qui, mi dice lui, uno a 3 stelle, può andar bene?-
Eravamo a 300 metri dal bar più o meno--
-si si, va bene, mi lasci qua per favore, grazie-
Sono scesa, sono entrata in albergo e ho chiesto una stanza
Ero sempre più impazzita, non ci stavo più, avevo bisgono subito di toccarmi
La tipa di reception fa una verifica sulle carte e mi dice -mi lasci per favore un documento, ecco qui la chiave, la stanza è al terzo piano-
Prendo l'ascensore, arrivo al terzo piano, entro nella stanza e dopo meno di un minuto mi sono tolta il tailler che portavo e le scarpe, sono rimasta nuda e poi subito ho indossato il catsuit della sera prima. Ho preso il quarto patch mentre iniziavo a toccarmi e giocare con le dita nel clitoride, ma la parete era coperta di una specie di stoffa orrenda che non attaccava il patch, non c'era un tavolo ma solo i tavolini fissi...allora ho appoggiato il patch sul letto puntandolo in su, mi sono spalmata il gel e l'ho infilato subito dentro cavalcandolo. Ahh che bella sensazione. Adesso stavo benissimo, lo avevo tutto dentro fino in fondo e mi sentivo veramente sollevata, stavo godendo tantissimo senza smettere mai di toccarmi. Non essendo attacato a nulla quando ho voluto salire per farlo scorrere lui è rimasto invece infilato dentro, allora ho scoperto che se mi alzavo in piedi lui restava ancora dentro e quindi mi sono alzata in piedi, e ho preso il telefono. Con il patch infilato dentro chiamai a Marco:
-pronto-risponde lui
-ciao tesoro-li dico con la voce di chi ha un patch fino in fondo nel sedere-sono io-
-ciao bella, che sorpresa...-
lo interrompo subito io-dove sei?. sono passata davanti al bar e non ti ho visto-
-oggi sono a casa, è la mia giornata di riposo, ma tu dove sei?-
-sono vicina al bar, vieni?-
-scherzi? sei al parco?-
-vieni o no?-
-beh dipende...-
-dipende da cosa?, ascolta caro, sono in una stanza di albergo vicino al bar, se non vieni ti vengo a prendere e ti picchio!, hai capito?.-
-ok, ascolta, se è vicino al bar impiego un quarto d'ora, prendo il motorino e arrivo-
do subito a Marco il nome dell'albergo e il numero di stanza e torno a concentrare la mia attenzione sul patch che ormai si era abituato troppo ad essere infilato dentro del sedere fino in fondo. Lo prendo e lo tiro fuori. Il sedere mi rimane apertissimo, bagnatissimo e molto caldo.
Sapendo che avevo un quarto d'ora per riceverlo, mi tolgo subito il catsuit, mi lavo un attimino tutte le zone intime, e mi cambio ancora una volta diventando una sensuale infermiera...ero proprio una gnocca. Mi sentivo di poterlo mangiare. Il costume di enfermiera era composto da una camicia stretta con cerniera davanti, una minigonna che arrivava alla metà del sedere, calze con reggicalze, un perizoma piccolissimo e il cappellino che però non me lo sono messo. Tutto in un bianco immacolato. Ho aggiunto però i sandali, che nonostante erano neri, a quel punto era meglio che non averli.
Mi sono sistemata un pò i capelli, e mi sono sdraiata sul letto con il sedere in su per aspettarlo. Ancora sentivo il sedere apertissimo, caldo e bagnato.
Sono passati un paio di minuti e squilla il telefono della stanza
-ce un signore per lei, il signor Marco-
-lo faccia entrare, grazie-rispondo io
Mi guardo allo specchio ancora una volta per confermare che stavo bene, e torno a sdraiarmi subito sul letto pancia in giù con le gambe verso la porta ed il sedere quasi totalmente scoperto dalla minigonna...con la mano mi sono assicurata di far vedere il perizoma a lui, tirando ancora un pò su la minigonna...
Sento che lui bussa alla porta..
-avanti, vieni-e lui è entrato...
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